
Quando si tratta di studiare lingue, ci accompagna sempre quel flebile bisbiglio del “chi te l’ha fatto fare”: un po’ viene dalla nostra testa, un po’ dalle voci di amici e parenti che ci vedono alle prese con esami difficili, desiderio di viaggiare e fare la conoscenza di una cultura diversa dalla nostra e disagio studentesco galoppante.
Gli studenti stressati che preparano l’esame di cinese per esempio, saranno vittime -consapevoli- di alcune situazioni tipo che potete leggere QUI e anche QUA
Perché alla fine diciamoci la verità, le difficoltà le incontrano tutti gli studenti, non solo quelli di lingue orientali, non solo quelli di lingue in generale.
Ma voi, miei piccoli amici, avete vinto il BONUS COMPLICANZA, che vi consente non solo di patire una grama esistenza universitaria tra sofferenze da appelli scritti e orali e lettori madrelingua che ‘ma scusa che lingua parla, cosa ha detto?’.
No.
Voi avete scelto di guardare gli altri studenti di ingegneria, di lettere o che so io che vanno felici in Erasmus a Valencia e saranno gli 8 mesi migliori della loro vita tra bevute e nuovi amori esotici.
E li guardate da casa e fate CIAO con la manina, perché a voi che studiate cinese non va bene l’Erasmus, voi dovete andare dall’altro capo del mondo tipo in Cina o in Giappone. E l’unica cosa esotica che avrete sarà la diarrea del viaggiatore. Si può dire diarrea in televisione?
Dice vabbè dai è solo più lontano… E NOOO!
C’è tutto il fattore culturale che oltre allo scoglio della lingua vi impedirà di condurre un’esperienza spensierata. Alcuni di voi mi hanno chiesto “ma come si rimorchiano le cinesi?”
Qualcuno si interroga “ma i giapponesi sono porcellini come nei manga?”
E ancora “i ragazzi cinesi cornificano come quelli italiani?”
Per rispondere a queste domande serve Alberto Angela ed io, ahimè non posso disporne.
Ma torniamo a noi.
Le differenze culturali, anche nelle fasi primordiali della socializzazione incidono in modo negativo se prese per il verso sbagliato.
Quello che dico sempre raga, una domanda vi salverà.
Ma non nel senso che ‘basta chiedere’.
Proprio che LA CURIOSITÀ vi aiuterà in molte occasioni.
Particolarmente in quelle diplomatiche, cioè dove non sappiamo bene come comportarci e allora dobbiamo preferire l’ingenua ignoranza alla italica supponenza.
Ho dedicato alcuni capitoli del mio Cinese per Pessimisti – Manuale definitivo di grammatica cinese per studenti stressati
al racconto delle mie esperienze con un mondo diverso da quello in cui sono cresciuta, sperando che le mie avventure fossero esempio e ispirazione per tutti.
In effetti molti di voi mi hanno chiesto di approfondire alcuni racconti, di giurare che fossero veri o di postare da qualche parte la ricetta dei culurgiones tipici della mia terra.
Forse un giorno aprirò la rubrica di cucina, ma per il momento seguo le vostre richieste e vi parlo di quello che la maggior parte di voi vuole sapere.
Il mio consiglio dunque è: se siete stati così stolti da scegliere lingue e così inetti da selezionare lingue orientali, studiate sulla vostra scrivania.
-Non andate da nessuna parte, all’estero è tutto diverso, sarà necessario adattarsi e provare cose nuove, meglio non rischiare.
-Non instaurate rapporti con gli stranieri o vi proporranno di svolgere attività che non rientrano nelle vostre abitudini, di assaggiare cibi diversi da quelli di mammà.
-Raccontate ai vostri figli la storia del Principe Azzurro, e mai quella dell’Imperatore Giallo.
-Non viaggiate, non siate curiosi, chissà cosa può riservare l’ignoto?
-Prendete le vostre lauree e i pezzi di carta necessari ad avere un bel posto fisso, possibilmente statale.
-Non sognatevi l’idea di un trasferimento a lungo termine.
-Non, ripeto NON azzardate idee innovative da applicare alle vostre conoscenze.
-E per l’amor del cielo non vi salti in mente di apprezzare le differenze tra i popoli.
AH, NO ASPE’… ERA TUTTO IL CONTRARIO.
Fate il contrario.
Non fate i pirlini, valigia mezza vuota e appena possibile via, andare!
Love, love e sempre love.
Ci sentiamo per gli appelli di settembre. CORAGGIO.