
Oggi Cari Amici che mi seguite da casa, parleremo della gioia di bere tè.
E non uno qualunque, ma il tè cinese.
Come avrete letto nella mia breve bio, ho scelto il nome TeaCup per le mie traduzioni, perché amo non solo la bevanda ma anche tutta l’atmosfera che la circonda. Il tè cinese lo sapete, ormai si beve quotidianamente, infatti quando frequentavo l’università in Cina trovavo spesso dispensatori di acqua bollente (piccoli boiler adorabili) e si poteva usare un comodo mini rubinetto per riempire i termos o le borracce e bere tè cinese on the go.
Non ho mai studiato spagnolo, e le -ad ogni modo non poche!- espressioni e parole che conosco derivano dalla somiglianza tra spagnolo e sardo: in una di queste occasioni, mentre espletavo l’operazione di refilling con altri studenti stranieri, scopro che la mia borraccia suscita interesse e divertimento nella compagna spagnola.
La maggior parte di voi, anche se non ha mai studiato spagnolo forse è stata in vacanza ad Ibiza, e in generale tutto il resto del mondo a parte me sa che borracha in spagnolo è assai diverso da borraccia in italiano.
Vabbè insomma…l’ennesima figuraccia in Cina. Le altre verranno narrate in seguito, e con non poca vergogna. Adesso torniamo al tè cinese.
Quando bevevo il mio tè on the go ero felice, perché versavo un cucchiaino di foglie secche sul fondo della mia…ehm… del mio termos, e quelle restavano lì tutto il giorno, ad ogni refill riacquistavano vita nuovo sapore, era sconvolgente la naturalezza di quel prodotto in un posto come… beh la Cina! Mi piacevano tutti i tè, quello verde, quello al gelsomino, quello nero. Il mio preferito era il tè cinese alla rosa. L’avevo trovato al supermercato addirittura, lo produceva la Lipton. Il discorso su come i brand scelgano di comportarsi a seconda del mercato di destinazione è una roba vecchia cent’anni, si sa! Eppure fa ancora oggi parte del mio lavoro, perché dovete credermi, c’è gente che ancora non sa un’antica verità: paese che vai, usanze che trovi. Il tè alla rosa Lipton non lo trovi facilmente al supermercato in Italia, come non ci trovi nemmeno i 小笼包 in mezzo ai bastoncini Findus, eppure dal punto di vista della comunicazione sembra una cosa ovvia: TU, responsabile vendite della Ditta X hai bisogno di sapere perché nel supermercato cinese non ci sono i culurgiones, e te lo dirò: ma farò di più e ti racconterò anche come devi confezionarli e pubblicizzarli se proprio vuoi portarli in Cina e venderli. Per iniziare, bevitela una tazza di tè cinese! Capirai molte cose.
Il tè cinese è nelle nostre vite per tutte le proprietà che lo contraddistinguono, e non sto certo qui a elencartele, ma se potessi andare avanti a considerare le ramificazioni dei miei pensieri mentre sorseggio il mio preferito alla rosa, leggeresti questo articolo per i prossimi due anni. Me l’ha portato Anastasia dalla Cina, certo si trova anche su internet ma regalato e dopo un lungo viaggio ha tutto un altro sapore.
Se tutte le considerazioni che nascono dal vapore caldo emanato dalla mia tazza di tè avessero una voce, a quest’ora starebbero ancora raccontando. Invece mentre mi risveglio dal torpore trasognante, la tazza si raffredda e torno alla realtà: sul fondo della mia tazza senza manico ci sono solo le foglie e i petali.
Aggiungendo acqua calda il sogno ricomincerà.