
Ma è vero che in Cina…? Questa domanda l’avrò sentita un milione di volte (finora)! Seguita da una serie di leggende metropolitane e stereotipi sulla Cina e sui cinesi sempre fantasiosi.
Proviamo a sfatare qualche falso mito o a correggere il tiro su qualche strana credenza diffusa qui in Italia! Iniziamo con qualcosa sul CIBO!
– Ma è vero che in Cina si mangiano i cani?
Quando mi trovavo in Cina ho scoperto con grande stupore che SI, la carne di cane si mangia…ma NO, non te la rifilano di nascosto in mezzo allo spezzatino per “fregarti”: infatti i cinesi non amano divorare fido a tradimento dopo anni di convivenza e affetto, bensì esistono solo determinate razze di cani e naturalmente non sono le bestiole domestiche, che vengono utilizzate a fini culinari. Il ristorante che cucina piatti a base di cane ci tiene a fartelo sapere con un bel cartello esposto fuori che dice qualcosa tipo “oggi serviamo cane” vantandosi di questa prelibatezza che non tutti possono permettersi. Un po’ come quando da noi il cartello recita “oggi aragosta fresca”. Crudele dite? Non mi dilungherò su questo, ritengo di porre sullo stesso piano mangiare la carne di qualsiasi animale, sia il coniglio che il maiale. Quando qualcuno ha chiesto agli amici cinesi se non fossero disgustati all’idea di mangiare il cane, i cinesi hanno risposto che dal loro punto di vista è ben più disgustoso mangiare il cavallo, animale nobile e degno del più alto rispetto. A quel punto gli occidentali si sono guardati negli occhi, e tutti insieme abbiamo pensato che DIAVOLO SI, chi sono io per dire poverino al cane e non al cavallo? Sul mangiare o meno carne in generale allora il dibattito non era nemmeno sussurrato, la carne la si mangiava tutti. Oggi posso dire che ognuno è libero di scegliere per se stesso solo se consapevolmente e con intelligenza. Quindi se ve lo state chiedendo, si io mangio la carne, e si io tollero chi non la mangia. E in Cina ho anche mangiato la carne di TOPO, acquistata regolarmente in macelleria. La cucina tradizionale ci insegna molto sulla cultura del paese che ci ospita, so che lo sapete.
– Ma è vero che in Cina non ci sono gli involtini primavera?
SI, li trovate solo una volta all’anno! Gli INVOLTINI PRIMAVERA qui in Italia sono considerati una specie di antipasto. In Cina sono un piatto tradizionale legato ad una festività specifica, e secondo la tradizione sono cucinati solo in questa occasione molto solenne. Oggi probabilmente, vista l’apertura all’occidente potete trovarli sicuramente anche durante tutto l’anno, ma vi racconto quello che ho visto tanti anni fa, e che impone la tradizione: quando sta per arrivare il famoso capodanno cinese, variabile stando all’anno lunare entro la prima metà di febbraio, le famiglie cinesi vivono un momento magico fatto di affetto, buon cibo, usanze millenarie e saggezza degli anziani. 15 giorni prima della Festa di Primavera (da qui il nome!) la tradizione impone che si smetta di acquistare cose nuove, inclusi generi alimentari, e ci si concentri invece sull’esaurire le scorte accumulate e fare le grandi pulizie in casa. Tutti i membri della famiglia si industriano per collaborare, le nonne impastano ravioli come se non ci fosse un domani, i bambini ricevono orrendi tagli di capelli propiziatori, i padri e gli zii liberano e ripuliscono gli HUTONG e le zie…beh, le zie spettegolano ebbene sì, anche in Cina!
Arrivati a ridosso del capodanno, finiti i 15 giorni, tutti gli avanzi dei pasti consumati vengono spadellati e avvolti in una sottile pasta e fritti. Questo è l’ultimo pasto dell’anno che se ne va, ed il nuovo anno accoglierà cibo fresco e grandi novità. Circa un mese e mezzo dopo il capodanno, si festeggia anche la pulitura delle tombe, o festa dei morti che è davvero importante dal momento che il culto degli antenati è molto sentito dalla popolazione dell’intera Cina. Nel porgere omaggio ai morti non esiste altro piatto che gli amati involtini: le varianti sono infinite a seconda di zone geografiche ed etnie, ma il profondo significato simbolico che lega gli involtini primavera ed il culto dei morti è tanto antico quanto ancora oggi rispettato. Pensateci la prossima volta che andate al ristorante cinese!
– Ma è vero che i cinesi mangiano solo con le bacchette?
SI, non amano coltello e forchetta e inoltre i loro piatti non vi si prestano affatto: si cucina tutto in piccoli bocconcini, facilmente afferrabili con i mitici bastoncini. Le bacchette sono troppo gagliarde per i cinesi, le usano per fare di tutto! Sono così versatili ed esistono da così tanto tempo, che sono anche investite di particolari onorificenze e rispettate con grande attenzione. Per questo motivo quando usate le bacchette vi invito a stare attenti se siete a cena con i colleghi cinesi, o con il vostro nuovo capo, o peggio con LA NONNA dei vostri amici cinesi! Ci sono molte cose che si possono e che non si possono fare con le bacchette, vi darò alcuni consigli che potrebbero salvarvi da situazioni davvero imbarazzanti!
La prima cosa da non fare mai è conficcare le bacchette nella ciotola di riso bianco: porta sfortuna, ed è come un insulto per il culto dei morti. Eh già, ancora loro: I MORTI! Ogni casa cinese che si rispetti, dedica un piccolo angolo per allestire un altarino dedicato agli antenati (di solito in cucina): agli antenati si offre del cibo, magari proprio riso, in cui si infilano delle bacchette in verticale per richiamare l’attenzione dei defunti sui doni offerti in cambio di richieste e preghiere. Farlo al ristorante porta davvero sfortuna, è come ricreare la situazione funerea… Nessun cinese ama parlare della morte o dei morti e vista la forte superstizione nemmeno gradiscono che ci si scherzi sopra anche solo per sdrammatizzare. Quindi cari amici, attenzione a dove mettete le bacchette durante la cena!
Poi mi raccomando: mai puntare le bacchette direttamente verso i commensali durante un dibattito o sarete considerati dei veri cafoni, e la nonna di cui sopra vi darà un internazionale scappellotto! Infine tenete a mente che infilzare il vostro cibo con una sola bacchetta, o impugnarle singolarmente in ogni mano per tentare di tagliare le pietanze sarà davvero un gesto mostruoso agli occhi del vostro ospite: se avete deciso che quel raviolo DEVE ESSERE TAGLIATO allora allenatevi a casa come il Maestro Miyagi*, per dividere il raviolo esercitando una forte pressione con l’impugnatura tradizionale.
Questo non è nemmeno l’inizio della lunga serie di miti che sfaterò e delle leggende metropolitane che vi racconterò in futuro, quindi vi invito a scrivermi se avete una curiosità che proprio non può attendere e cercherò di rispondere a tutti nei prossimi articoli!
*Il Maestro Miyagi è quell’adorabile vecchino giapponese che insegna arti marziali al suo protetto Daniel San, e che è in grado di menare cinque ventenni americani in piena forma senza spettinarsi quei quattro capelli che gli sono rimasti. Tra le molte capacità che lo rendono mitico, quella di acchiappare le mosche in volo con le BACCHETTE! (guardalo qui)

