Grazie al sondaggio su Instagram (@ teacuptranslations) anche questa volta avete scelto voi l’argomento del nuovo articolo, ricevuto in anteprima dagli iscritti alla newsletter!
Avete scelto “Poesia Cinese” con una percentuale del 58%, e sono molto felice che vi interessi la filologia cinese, la poesia in particolare che mi sta davvero a cuore.
Ho scelto per voi la poesia che preferisco: Salendo sulla torre dell’airone di Wang ZhiHuan, un componimento di epoca Tang (618-907 d.C.) che a mio avviso rappresenta la bellezza essenziale di un sentimento universale e senza tempo: l’animismo.
Il restante 42% ha votato per “Divinazione e Oracoli”: questo argomento è rimasto al secondo posto in ben due sondaggi ma sempre con uno scarto non eccessivo, quindi sarà sicuramente il prossimo per accontentare i votanti più mistici!
Come avrete letto in uno dei precedenti articoli (LEGGILO QUI) i poeti di epoca Tang sono gente che la sa davvero lunga in fatto di amore per la natura, ricerca dell’immortalità, studio matto e disperatissimo degli antichi; ma che non disdegna di inneggiare alla bisboccia, accompagnarsi alla propria ombra in improbabili danze solitarie al chiaro di luna, vivere da eremiti e osservare il ceruleo colore dei muschi della foresta per ore.
E ore… e ore… e ore…
王之渙,登鸛雀樓 Wáng Zhī Huàn, Dēng guàn què lóu “Salendo sulla torre dell’airone“.
白日依山盡, Bái rì yī shān jìn. Il bianco sole si spegne tra i monti,
黃河入海流. Huáng hé rù hái liú. il Fiume Giallo scorre fino al mare.
欲窮千里目,Yù qióng qián lǐ mù. Se vuoi esaurire di mille miglia lo sguardo,
更上一層樓。gèng shàng yī céng lóu. sali ancora di un piano sulla torre.
Non voglio certo farvi una lezione di filologia cinese, non sto qui a parafrasare ogni singolo verso, se volete questo scrivetemi e fissiamo una lezione a tema!
Ma voglio dirvi perché amo questa poesia più di altre e perché a mio avviso dovreste amarla anche voi. Ogni volta che qualcuno mi chiede “ma perché i cinesi sono così chiusi?”, non posso far altro che CITARE GLI ANTICHI (PER SEMBRARE TOTALLY COOL, come recita il titolo di un capitolo del mio Manuale definitivo di grammatica cinese per studenti stressati. Cinese per Pessimisti).
Gli ultimi due versi di questa poesia ci dicono che se davvero bramiamo conoscere di più, vedere più lontano, esaurire lo sguardo fin dove la natura ce lo consente, allora l’unica cosa che dobbiamo fare è un ulteriore sforzo: salire ancora un piano, aprire la nostra mente ad una nuova avventura, non guardarci indietro e non volgere un solo pensiero a cosa lasciamo sotto i nostri piedi.
Queste sono le parole di un cinese di circa 1300 anni fa che desiderava vedere di più. Che sapeva che per ottenere di più bisogna impegnarsi di più. Certo, sono passati 1300 anni e non si può fare di tutta l’erba un fascio, ma Santa Cleopatra tutto je poi dì ma non che erano chiusi!
Salire ancora un piano.
I piani sono infiniti, e noi sempre desidereremo esaurire ancor più il nostro sguardo.
L’essere umano vuole sempre di più, e quando raggiunge l’obiettivo se ne prefissa di nuovi.
Ambizione.
Cosa c’è di sbagliato in questo? NIENTE. Storicamente l’uomo ha sbagliato nella scelta dei mezzi per perseguire le proprie ambizioni, ma il concetto di per sé ritengo che sia vitale.
L’ambizione è desiderio di migliorare, e prima di tutto desiderio: cosa saremmo senza?
Se volete conoscere la risposta, salite ancora un piano sulla torre.