
Sto letteralmente impazzendo a seguire i trend cinesi su TikTok, dalle ragazze in carriera (che tornano a casa e puliscono tutto, azionano dispositivi assurdi, poi cucinano per C-drama sul cellulare)! Per passare al bellone che fa i balli di gruppo in piazza e siamo tutti ipnotizzati.
Ma quelle che mi piacciono di più sono le ragazze che fanno i tutorial per il Makeup o la Skincare. Mamma mia LE ADORO.
Chi di noi non ha mai sentito parlare del rullo di giada per uso cosmetico?
Si ritiene che uno dei prodotti per la cura della pelle più popolari nel mondo occidentale abbia avuto origine durante la dinastia Qing (1644-1911). Alcuni hanno persino affermato che l’imperatrice vedova Cixi, che governò durante l’ultima parte di questa era, usasse spesso questo strumento per migliorare e preservare il proprio incarnato.
La giada è tradizionalmente nota per le sue proprietà rinfrescanti e decongestionanti.
Il rullo di giada non era certo l’unico mezzo per migliorare la bellezza in passato. Gli antichi cinesi erano soliti creare cosmetici bollendo e fermentando ingredienti come piante, grassi animali e spezie. L’antica Cina era una società agricola, dunque a quel tempo i cosmetici erano costituiti principalmente da olii natvegetali e animali a cui venivano aggiunte alcune spezie naturali. Il processo di produzione generale includeva l’ebollizione, la fermentazione, la filtrazione.
Oggi sappiamo che già più di 2000 anni fa in Cina si usavano i cosmetici e che il trucco dell’antichità si riassume in tre zone, dunque elementi fondamentali: sopracciglia, labbra, guance.
Per colorare le guance si usava un tipo di cosmetico realizzato con un fiore chiamato “Hong Lan” come materia prima principale dopo essere stato miscelato. La produzione del rossetto fu incrementata con olio, midollo osseo e altri elementi di origine animale, per rendere la sua consistenza più viscosa.
È noto che durante il periodo delle Primavere e degli Autunni (770-476 a.C.), abbia avuto origine la polvere per il viso – precursore dell’odierno fondotinta. Un’altra polvere è stata prodotta utilizzando il piombo, che nonostante la sua tossicità, era ambito per le sue proprietà sbiancanti.
Cipria rudimentale.
Già durante la dinastia Shang, per rendere la pelle bianca e delicata, si applicava direttamente la polvere di piombo sul viso, ed era il modo più comune di truccarsi in quel momento. “Il classico delle erbe di Sheng Nong” menziona anche che le donne si truccano con piombo e polvere di stagno. Oggi è noto che il piombo è altamente tossico e danneggia gravemente la pelle, motivo per cui la poesia antica lamenta sempre che la bellezza si perdeva facilmente.
La base perfetta.
In effetti, già prima della polvere di piombo, le persone avevano ancora prodotti per il trucco di base relativamente sicuri, il primo utilizzo di sostanze chiare è identificato con la polvere di riso.
Veniva utilizzato direttamente dopo essere stato macinato in una polvere fine, ma anche lavorato, messo a bagno in acqua fredda, fermentato, quindi pulito e scolato, poi esposto al sole e infine utilizzato per il trucco.
Il rossetto è un prodotto di bellezza popolare sin dall’epoca pre-Qin, si pensa che fosse usato in polvere per colorare le labbra o le guance sin dalla dinastia Shang (XVI-XI secolo a.C. circa). Questo cosmetico veniva ottenuto dal succo estratto dalle foglie di fiori rossi e blu. Oggi si ritiene che venissero aggiunti ingredienti come sangue bovino e pancreas di maiale per rendere il prodotto più denso.
Il colore del rossetto era per lo più rosso, che rendeva le labbra più splendide e faceva sembrare le persone più giovani ed energiche. Secondo i canoni estetici antichi le labbra più eleganti e affascinanti erano le più piccole!
Le donne cinesi hanno sempre prestato grande attenzione alle sopracciglia poiché credevano che questa caratteristica del viso fosse legata al loro destino. Durante il periodo degli Stati Combattenti (475-221 a.C.), le donne usavano la fuliggine derivata dalla combustione dei rami di salice per dipingere le sopracciglia. Un altro tipo di trucco per le sopracciglia era realizzato utilizzando un particolare minerale blu di nome “dai”, macinato in polvere e mescolato con acqua.
Era popolare avere le sopracciglia lunghe prima della dinastia Qin (221-206 a.C.), ma la situazione cambiò durante la dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.), quando le donne spesso si rasavano le sopracciglia e ne disegnavano di nuove.
Le donne amanti della bellezza usavano rami di salice bruciati come matite per sopracciglia.
C’erano dozzine di forme di sopracciglia che andavano di moda durante la dinastia Tang (618–907 d.C.). Le sopracciglia arcuate e sottili simili a una foglia di salice, ritenute simboli di eleganza.
Durante la dinastia Tang entrò in voga “huadian”, un elemento decorativo situato sulla fronte tra le sopracciglia. Questo elemento era creato utilizzando fogli d’oro o d’argento, scaglie di pesce o persino ali di libellula. Un elemento decorativo del viso simile era lo “zhuangye”, che disegnava piccoli cerchi su entrambe le guance usando la polvere, che era prevalente durante la dinastia Tang e la dinastia Song (960-1279).
In un’epoca in cui non c’erano riviste di moda o icone di stile, la definizione di bellezza era in gran parte decisa da ciò che l’imperatore preferiva. Se il trucco di una particolare concubina imperiale era apprezzato dal sovrano, il suo stile sarebbe diventato una tendenza seguita sia dai nobili che dalla gente comune.
L’estetica degli antichi era diversa da quella di oggi, e anche il trucco popolare moderno è ovviamente diverso dal trucco tradizionale cinese, ma ciò che è immutabile è la ricerca della bellezza e della giovinezza.
Le donne cinesi ancora oggi si prendono molta cura di se stesse, sia con i cosmetici che con i trattamenti quotidiani di detersione e idratazione della pelle del viso.
Sebbene il trucco sia stato davvero importante durante la storia cinese, oggi è cambiato molto. In effetti, durante il periodo in cui si indossava l’abito tradizionale Hanfu in Cina, il trucco era quasi un obbligo per la donna: una pelle pallida, uno sguardo disegnato dall’eyeliner e labbra ben definite con un rossetto rosso sangue.
Dopo questo periodo, le donne cinesi sembrano essersi dimenticate dell’esistenza del trucco, e per diversi anni, hanno quasi smesso di applicarlo.
Le tendenze in Cina sono tutte così diverse l’una dall’altra e viaggiano tra le epoche fino ad oggi: il look glamour moderno proviene direttamente dalle imperatrici dell’antica Cina. In effetti, la nuova tendenza in Cina è quella di applicare una linea di cipria rossastra sotto gli occhi, meno ampia e meno pesante di quella dell’Opera originale.
Il “No makeup look” è la tendenza opposta, diffusa in tutta l’Asia, che prevede nessun contouring o highlighting, nessun mascara, solo un po’ di rossore sulle guance, le sopracciglia saranno poco definite, gli occhi nudi, cipria e poco gloss per le labbra.
Per le più audaci gli smokey eyes neri sono in testa. Ma se in Occidente le donne tendono a preferire un rossetto chiaro per bilanciare lo sguardo pesante, in Cina è il contrario: si abbinano labbra scure con gli occhi smokey.
Il look “baby face” è riservato alle ragazze asiatiche perché le ragazze occidentali non hanno ancora abbracciato questa moda. In effetti, l’idea è di riprodurre l’illusione di una faccia da bambina con il trucco: occhi grandi e sguardo innocente. Quello che viene chiamato look Kawaii in Giappone è molto popolare in Cina e in Corea.
Lo stile più glamour prevede ombretto per occhi pesante con grandi ciglia finte e matita bianca all’interno degli occhi per ingrandirli. Si aggiunge molto blush e rossetti dalle tonalità rosa e fucsia.
Per lavare via il trucco oggi esistono trattamenti specifici, anch’essi dalle origini antiche. Ma di questo parleremo nel prossimo numero!
Skincare e cura della pelle.
Le donne cinesi hanno una lunga storia nella ricerca per una pelle più bianca e luminosa, fin da tempi antichissimi. Per ottenere quel tipico bagliore, generazioni di donne hanno considerato l’esfoliazione, lo schiarimento e l’idratazione come i tre passaggi chiave.
Ancora oggi la pelle di porcellana, chiara e priva di difetti è sinonimo di leggiadria ed eleganza, e in tutti i negozi si trovano detergenti, creme o sieri viso che hanno come effetto finale quello di schiarire e raffinate l’incarnato.
Durante la dinastia Qing (1644-1944) si usava il pan – l’acqua usata per lavare il riso – per rimuovere i residui di trucco, le impurità dai pori e illuminare la pelle.
La pratica è stata descritta nel Libro dei Riti, in cui si raccomanda l’uso dell’acqua di riso tiepida per lavarsi il viso: si dice che il suo amido, le vitamine e le proteine siano benefiche per la pelle. Ancora oggi, lavarsi il viso con l’acqua di riso è una delle routine di cura della pelle fatte in casa più popolari, e si usa perfino per restituire luminosità ai capelli.
Per il corpo erano in voga i “fagioli da bagno”, un prodotto sotto forma di barretta costituito da polvere di semi di soia, erbe medicinali e fragranze, che erano spesso usati perfino nell’epoca della dinastia Wei (550 d.C.).
Si dice in particolare che l’isoflavone della soia, che ha una struttura chimica molto simile all’ormone femminile estrogeno, faccia bene alle donne esaltandone attraverso la pelle sana e priva di difetti, la seducente femminilità.
Ingredienti naturali sì, ma anche fatali: il mercurio ed il piombo venivano spesso applicati per schiarire la pelle sin dalle dinastie Wei e Jin (220-420 d.C.). Il composto, causando la morte dei melanociti, un tipo di cellula della pelle responsabile della pigmentazione della pelle, schiarirebbe quindi il colore dell’incarnato. Tuttavia, l’uso prolungato di grandi quantità di piombo sulla pelle provoca avvelenamento. Nei casi leggeri, si ottiene l’effetto opposto a quello desiderato e la pelle diventa più ruvida, ma nei casi più gravi provoca la morte.
Sia chiaro: gli antichi cinesi non ignoravano la tossicità del piombo. I testi di riferimento della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) documentano chiaramente i danni del piombo. Ma il suo rapido effetto nello sbiancare la pelle ebbe la meglio in passato.
Radici di astragalo e bacche Goji sono spesso utilizzati nella medicina tradizionale cinese per la cura della pelle. Queste erbe possono essere usate localmente: l’astragalo è noto per migliorare la chiarezza della pelle e per rivitalizzarne la pelle stanca e invecchiata; e la bacca Goji è nota per preservare la pelle dall’invecchiamento.
Sono pieni di antiossidanti, minerali, aminoacidi, vitamina C e carotenoidi, ovvero un cocktail di ingredienti per una carnagione chiara e luminosa.
Si ritiene poi che l’uso di strumenti come un rullo di giada o di una pietra sul viso funzioni allo stesso modo della spazzolatura a secco del corpo, attivando la circolazione e aiutando a disintossicarsi. Nei tempi antichi, c’erano due dispositivi di base: un rullo di giada per colpire i punti dell’agopuntura e una speciale pietra piatta fatta di giada, che veniva usata per aprire il blocco dei meridiani, permettendo al Qi e alla circolazione sanguigna di fluire meglio. La giada è stata usata per secoli dai reali cinesi per liberare il corpo dal cattivo Qi e l’uso di un rullo liscio e levigato sul viso lenisce, sgonfia e presumibilmente riduce anche le rughe.
Si scopre che le imperatrici cinesi hanno apprezzato le maschere facciali fai-da-te tanto quanto noi oggi. Il loro ingrediente preferito? I fagioli mung, che sono macinati in una pasta e si pensava fossero buoni per curare l’acne e sgonfiare.
La curcuma è l’ingrediente per la maschera fai-da-te preferito da molte spose in Medio Oriente, e si scopre che le donne cinesi provarono lo stesso amore per questa potente radice dal color arancio: le donne nell’antica Cina facevano maschere alla curcuma per aiutare a ridurre le rughe e persino uniformare il tono della pelle.
Agopressione e agopuntura: entrambi i metodi derivano dalla medicina tradizionale cinese e vengono utilizzati per stimolare i punti terapeutici, ripristinando il flusso energetico del corpo. L’applicazione della pressione, sia con le mani che con piccole palline, può aiutare a disintossicare la pelle, attivare la produzione di collagene naturale, uniformare le cicatrici e persino alleviare i sintomi di eczema e psoriasi.
Anche nei classici della medicina tradizionale cinese (MTC) di Sun Simiao della dinastia Sui (581-618) e Tang (618-907), decine di ingredienti sono stati inclusi nelle barrette di fagioli da bagno e destinati all’uso cosmetico anche da parte di nobili o funzionari. Non sorprende tuttavia che alcuni degli ingredienti abbiano reagito negativamente tra loro e causato danni alla salute, considerata la mancanza di nozioni della medicina moderna e delle analisi farmaceutiche.
La Medicina Tradizionale Cinese esiste da oltre 3.500 anni, ma è solo da poco tempo che le persone hanno iniziato a prendere atto della saggezza millenaria offerta dalla pratica e dalla dietetica della stessa. Dall’uso più recente della MTC per aiutare a curare i pazienti affetti da Covid-19, al numero crescente di negozi di tisane cinesi a misura di millennio, la MTC è diventata mainstream negli ultimi anni, e sempre più persone in occidente praticano le ginnastiche interne ed esterne consigliate da questa antica scienza medica e si nutrono in modo “pulito” come consigliato nei grandi classici.
Così anche nel mondo della bellezza non mancano le tendenze ispirate alla MTC. Che si tratti dello strumento gua sha per scolpire il viso, che è stato incorporato nella routine di cura di sé di ogni celebrità, o delle bevande e integratori per garantire il benessere che promettono di aiutare a risplendere dall’interno verso l’esterno, ora i principali marchi di cura della pelle e i credenti della MTC hanno fatto un passo ulteriore in avanti introducendo prodotti per la cura della pelle pensati e creati nel rispetto dei principi della MTC.
Vantando ingredienti naturali frequentemente utilizzati nella medicina tradizionale cinese, molte di queste gamme per la cura della pelle sono prive di sostanze chimiche e utilizzano ingredienti puliti per fornire risultati efficaci.
Una teoria nell’antica medicina cinese sostiene di “restituire il colore con il colore”: da qui l’uso dei fiori in molti prodotti di bellezza per quel bagliore sano promesso a fine trattamento.
Infatti i classici della MTC registrano un grande volume di formule farmaceutiche con ingredienti floreali. Ad esempio per illuminare la pelle, una miscela di prugna, pera, ciliegia, zucchero, loto bianco, loto rosso, fiori di inula e pepe, fiori di pesca e papaya e aloe, chiodi di garofano e polvere di perla oppure briciole di giada, e ancora polvere di soia macinata sono ricorrenti nelle ricette di bellezza che provengono dai tempi antichi.
Così oggi dalla cura della pelle fino alle tendenze per il makeup ci si ispira alla Cina dei tempi più antichi, e la ricerca dei trend imperiali ha ispirato alcune case produttrici che confezionano cosmetici dal design affascinante e trasognato come a volerci riportare indietro nel tempo, in un sogno di bellezza eterna.
Per noi gente moderna è tutto su TikTok, al link c’è lei: è tra le mie preferite perché mi ipnotizza.
Oggi abbiamo divagato, ma gli esami ci aspettano. Sul mio Instagram vi prometto che non ci sono io che faccio la sciocca con i balletti ma ci sono notizie, cose interessanti e concorsi a premi dove si vincono ore di lezione con me! (Premio o punizione?!) E se mi scrivete e non vi rispondo entro 24h, cercatemi nello SPAM: a volte vado a finire lì! Vi ricordo che:
– i miei pacchetti lezioni sono individuali e personalizzati
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– sono qui per voi. (da circa 15 anni!)
Ps. Gli articoli del mio blog sono accompagnati dalle illustrazioni e vignette dell’artista @rocco.coluccia che dona vita all’universo sconclusionato degli spiedini stressati! 👨🏻🎨Rocco vuole essere un disegnatore da quando ha letto il suo primo Topolino. Avido lettore di ogni tipo di fumetto, continua a disegnare. ✏️🖤